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  • Immagine del redattoreLe Tre Ghinee

L'attivismo d'avanguardia di Diamanda Galás

Aggiornamento: 4 dic 2021


"O fai parte della Resistenza o sei un collaboratore"-Intervista in Angry Women

Diamanda Galás, artista statunitense di origini greche, compositrice e cantante lirica, pianista virtuosa, artista figurativa, attivista HIV, femminista queer radicale, definita un misto tra Regan dell' Esorcista e Maria Callas, ha conquistato la fama internazionale per la sua voce incredibile e per le sue opere performative altamente originali e politicamente impegnate.

Tra questi spiccano Plague Mass, Defixione, Orders from the Dead, Vena Cava, Schrei X e The Refugee. Più recentemente, il suo lavoro performativo ha riguardato la messa in musica di testi scritti da poeti e scrittori "esiliati" di tutto il mondo che lei interpreta nelle loro lingue originarie (memorabile la sua Supplica a mia madre, di Pasolini).

Con la sua gamma di tre ottave e mezzo, il critico Robert Conroy dice che è "indiscutibilmente una delle più grandi voci che l'America abbia mai prodotto". È stata la prima vincitrice del premio Demetrio Stratos per l'innovazione.


Il suo impegno nell'affrontare questioni sociali e il suo coinvolgimento in azioni collettive l'hanno portata a concentrarsi su temi diversi come l'epidemia di AIDS, la malattia mentale, la disperazione, la perdita di dignità, la violenza di genere, così come l'ingiustizia politica, il revisionismo storico e i crimini di guerra, tra molti altri.

Diamanda nasce e cresce a San Diego, California, da una madre greco-americana e da un padre egiziano-americano, entrambi appartenenti alla cultura greco-ortodossa e decisamente severi.

Il padre, che era direttore di un coro gospel, le insegnò a suonare il pianoforte quando aveva tre anni, introducendola in seguito alla musica classica, alla tradizione Jazz e Blues di New Orleans, alla rebetika e ad altri classici della sua eredità greca e ad altri generi musicali storici.

All'età di quattordici anni, aveva suonato concerti a San Diego con la band di suo padre, eseguendo musica greca e araba, e aveva anche fatto il suo debutto orchestrale con la San Diego Symphony come solista del Concerto per pianoforte n. 1 di Beethoven. Ma mentre suo padre la incoraggia a suonare il pianoforte, non voleva che cantasse perché credeva che il canto fosse per "prostitute e idioti."


Cresciuti in un ambiente opprimente, Galás e suo fratello Phillip-Dimitri, futuro drammaturgo di successo, svilupparono il gusto per la letteratura oscura in giovane età. Le loro ispirazioni erano il Marchese de Sade, Friedrich Nietzsche, Antonin Artaud e Edgar Allan Poe.

Lasciata la casa paterna, In the 1970s, Galás studia biochimica alla University of Southern California, specializzandosi in immunologia ed ematologia e, allo stesso tempo, continua a studiare musica e a prendere lezioni di canto.


Nel 1979, mentre Galás era ancora studente, il compositore jugoslavo Vinko Globokar le offrì il ruolo da soprano di una vittima di tortura turca nella sua opera Un Jour Comme Un Autre. Per soddisfare le dure esigenze vocali dell'opera di Globokar, si allenò come un pugile ponendosi l'obiettivo di diventare la campionessa mondiale dei pesi massimi della voce.

Il suo lavoro del 1980 a Parigi sui pezzi microtonali straordinariamente complessi del defunto compositore greco Ianis Xenakis le ha rapidamente donato la reputazione di essere forse l'unica cantante fisicamente in grado di eseguire le difficoltà diaboliche di queste opere.


STRONZA FEMMINISTA RADICALE

Il suo primo album da solista, The Litanies of Satan (1982), fu anche un lavoro lirico. Includeva solo due composizioni: un pezzo di dodici minuti intitolato Wild Women with Steak-Knives', da lei descritto da come tragedia grottesca, e un'altra lunga composizione, Litanies of Satan, un adattamento in musica di una sezione del poema di Charles Baudelare Les Fleurs du Mal.

Wild Women si ispirava alla tradizione greca in cui le donne presiedono ai funerali portando grandi coltelli. Sebbene Galás lo definisca un rituale di empowerment femminile, inteso a ispirare vendetta per i morti, la sua performance scenica le portò una duplice notorietà sia come femminista radicale che come misogina.

Dieci anni dopo Wild Women Diamanda appare nel memorabile Angry Women, un volume illustrato, formato intervista, in cui 16 donne artiste affrontano le questioni della dominazione maschile, del femminismo, della razza e dei diritti riproduttivi. Accanto a Diamanda, tra le guerriere moderne spiccano Lydia Lunch, Wanda Coleman, Annie Sprinkle, Bell Hooks e Susie Bright.

Diamanda chiede che le donne reclamino il potere sessuale, invertendo le dinamiche del potere e liberandosi dalla necessità della procreazione:"Credo che il parto sia osceno. Lo considero molto alieno... Il mito a cui ho sempre aspirato era quello di Artemide o Diana, la dea della caccia. Era una guerriera e una combattente che non aveva niente a che fare con la procreazione".

Alle accuse di misandria risponde: "Generalmente non sopporto gli uomini etero, ma faccio qualche eccezione. Penso che Dio sia una stronza insensibile a non farmi diventare lesbica. Sono profondamente delusa dal mio interesse sessuale per gli uomini".

Sullo stupro dice:

Non voglio conoscere il background dello stupratore: voglio ucciderlo! Non mi interessa se è bianco o nero, se è borghese o povero, se sua madre lo ha appeso per le palle allo stendino: Voglio solo ucciderlo! Qualsiasi donna che sia stata violentata sarà d'accordo.


Più tardi in un' intervista relativa alle "canzoni d'amore omicide" di The Sporting Life, album realizzato con il bassista dei Led Zeppelin John Paul Jones (1994), inveisce contro i maschi del Rap ""quello stronzo di Snoop Doggy Dog". Le donne sono stanche di questi stronzi senza cazzo che vanno in giro a cantare delle loro "puttane" e delle cose cattive che fanno loro. Sto solo restituendo il favore".

"Revenge rock?", le chiedono. " Sì", ride Galas, con gli occhi neri che brillano. Mi riempie il cuore di libertà e di gioia".

La dimensione radicale del suo "Revenge feminism" è ben analizzata nellárticolo Diamanda Galas: Feminist Witch, Feminist Bitch.


AGITATRICE POLITICA BLASFEMA

Galás iniziò a scrivere ed esibirsi sul tema dell'AIDS intorno al 1984, mentre viveva a San Francisco. Questo tema sfociò nella trilogia Masque of the Red Death (chiaro riferimento all'omonimo racconto di Poe), una trilogia operistica che comprendeva The Divine Punishment (1986), Saint of the Pit (1986) e You Must Be Certain of the Devil (1988). In queste tre opere Galás descrisse dettagliatamente la sofferenza delle persone affette da AIDS.

Poco dopo l'inizio della registrazione del primo volume della trilogia, suo fratello, il drammaturgo Philip-Dimitri Galás, si ammalò di AIDS, il che la ispirò a unirsi a gruppi di attivisti che sensibilizzavano su questa nuova malattia. Suo fratello morì nel 1986, poco prima del completamento della trilogia.


Il suo successivo coinvolgimento nella manifestazione Stop the Church di ACT UP portò al suo arresto il 10 dicembre 1989 durante la sua performance all'interno della Cattedrale di Saint Patrick. Il gruppo stava protestando contro l'opposizione di John Cardinal O'Connor all'educazione sull'AIDS e alla distribuzione di preservativi nelle scuole pubbliche. Galás fu tra le 53 persone arrestate quel giorno.


Dopo l'arresto Galás tenne una serie di esibizioni provocatorie e musicalmente innovative, simili a una nuova tragedia greca in difesa degli sfollati e dei malati, i cui rovesci di fortuna senza tempo sono stati decantati con l'istintiva sete di sangue di un cane rabbioso e la condanna di mille angeli oscuri. I suoi lavori alla fine degli anni '80 includono contributi vocali alla colonna sonora del film di Derek Jarman The Last of England, che tratta anche dell'epidemia di AIDS e You Must Be Certain of the Devil, in cui si scaglia contro la pietà fasulla e l'omofobi.


STREGA SATANISTA

Nel 1990, Galás selezionò del materiale dalla sua trilogia sull'AIDS e si esibì in una performance presso la Cattedrale di St. John the Divine a New York in cui si scagliò contro l'indifferenza della Chiesa cattolica romana verso i malati di HIV inzuppandosi il torso nudo di sangue mentre si esibiva all'altare. Dopo la performance le trasmissioni televisive cristiane la inserirono insieme a Ozzy Osbourne nelle loro liste ufficiali di celebrità sataniche da epurare o bloccare dall'etere e i cristiani devoti iniziarono a portare i suoi dischi dai preti per farli esorcizzare.

Nello stesso anno dopo la sua performance al festival delle Ville Fiesolane , la Democrazia Cristiana l'accusò formalmente di blasfemia (accusa di va particolarmente fiera).


Nel 1991 esce il live Plague Mass (1984 – End Of The Epidemic), probabilmente il disco di Galás più famoso e amato.

L'apice dell'album è il finale, Sono L'Antichristo, dove Galás, urlando più che mai, si professa in italiano l'Angelo Caduto in persona. Questo disco ha dato origine a una delle accuse più superficiali contro la musica di Diamanda Galás: quella di satanismo.

L'artista, dichiaratamente agnostica, in realtà non si è mai minimamente avvicinata alle ideologie e ai culti satanici; la sua è una critica di matrice nietzschiana nei confronti della religione cristiana come istituzione: la scelta di rivelarsi come il Demone in italiano, la lingua della sede del cristianesimo, ne è una chiara dimostrazione. Per lei, Dio e Satana non sono altro che semplici concetti fatti propri da un'organizzazione oscurantista.


STIGMA

"Nel 1992, quando mi sono fatta tatuare "siamo tutti sieropositivi" sulla mano da un tatuatore di Brooklyn, volevo dire diverse cose: Una era che non si possono separare non contagiati dai contagiati come volevano fare tanti cosiddetti medici liberali, quando proposero di mettere gli "infetti" su Plum Island fuori da New York City. Non potete separare i non infetti dagli infetti mettendo questi ultimi in un isolamento che ha i segni rossi di pericolo di contagio, dando loro merda da mangiare e istruendo le infermiere cattoliche a non somministrare antidolorifici ai colpevoli,permettendo ai preti cattolici di visitarli e informarli del loro futuro all'inferno se non confessano che la loro intera vita è stata un crimine"..."E poi farli morire precocemente perché preferiscono morire della malattia piuttosto che dello stigma, come hanno fatto e fanno in tanti, compreso il mio migliore amico"..."No, non si possono separare i non infetti dagli infetti dicendo: "Io non soffro di questo virus: Sono stato risparmiato". Perché un giorno, in una città, in un momento, verrete a sapere che soffrite di qualche virus, di qualche agente patogeno, di qualcosa di velenoso che non uscirà dal vostro corpo; e vi renderete conto che non si piangono i morti, si piange la sofferenza dei vivi mentre sono ancora vivi".

Conference presentation, Concordia University


Ci sarebbe molto altro da scrivere su Diamanda e un discorso a parte meriterebbe la sua produzione di artista figurativa che si riallaccia chiaramente alle avanguardie espressioniste di primo novecento.


Vi lascio con questa video-intervista del 1992 che analizza la sua musica il suo attivismo e in cui se la prende con quell' "omofobo di merda di Axl Rose.



Venusia Vega

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